Grafomania

Guardate anche il Blog!


Una Scuola per tagliare

Ci sembra giusto, oltre che parlare della riforma in atto, parlare anche di come attualmente il Ministero dell'Istruzione gestisce i soldi per l'istruzione.
L'occasione ci è data da un dossier di Legambiente, facilmente reperibile su Internet, che analizza la destinazione dei fondi negli ultimi due anni.
Su questi temi la polemica è alta, anche perché si avvicinano le elezioni. Precisiamo che quello che esponiamo è frutto di una ricerca incrociata su più fonti e che, quando disponibili, abbiamo riportato le dichiarazioni del Ministero.
Il risultato, scaturito da una puntuale analisi delle leggi di spesa degli ultimi anni e quindi dai dati forniti dallo stesso Ministero, è che sulla Scuola sono stati operati solo tagli alle spese e che per il futuro non vi è nessuna copertura finanziaria per la prevista riforma, che quindi si prevede di attuare a "costo zero".

Meno Scuole

Tanto per cominciare è diminuito il numero delle Scuole. Sono diminuite le Istituzioni scolastiche di 44 unità e questo ha significato soprattutto un taglio dei costi per l'accorpamento di dirigenze e servizi di segreteria. Ma sono diminuiti anche i "punti di erogazione del servizio", cioè punti in cui la scuola è presente sul territorio. Se scuole per l'infanzia e superiori sono aumentate, sono invece sparite 180 scuole nella fascia dell'obbligo, spesso in piccoli Comuni, dove non ci sono alunni sufficienti per i parametri ministeriali.
Ma gli alunni sono diminuiti? No, in due anni sono aumentati di 63.146 unità (+0,8%).
Nel biennio sono invece diminuite le classi, di 382 unità e le cattedre, ben 15.580 posti in meno.
Il fenomeno è più accentuato alle superiori, dove con 57.975 alunni in più, vi sono 101.635 classi in più, ma 7.813 cattedre in meno. Questo è stato possibile grazie alla trovata di portare tutti i docenti a diciotto ore in aula e permettere di arrivare anche a ventiquattro. Questo provvedimento, non tenendo conto del fatto che per attuare questi risparmi sarebbe stato necessario assegnare i docenti alle classi senza tener conto del corso, ha portato praticamente alla dissoluzione dei consigli di classe e alla scomparsa della continuità didattica.
Inoltre sono aumentati sia il numero di alunni per classe (da 20, 45 a 20,64) e di alunni per docente (da 10,08 a 10,38). L'aumento è particolarmente marcato alle superiori dove da 21,92 alunni per classe si è passati a 22,12 e a 10,87 alunni per docente contro i 10,27 di due anni fa.

Meno tempo

Molte sono state le polemiche attorno al tempo pieno, con il Ministro che, a fronte delle proteste per i tagli, sosteneva che nulla era cambiato.
In realtà i cambiamenti sono stati qualitativi. Prima c'erano quarantaquattro ore, tutte di pari dignità, con la costante presenza degli insegnanti. Adesso le ore sono articolate in tempo scuola garantito dallo Stato, mensa affidata (o forse dovremmo dire "sbolognata") agli Enti locali e attività opzionali. Di sicuro c'è solo che questo comporterà un taglio di organici.

Meno fondi

Una parte importante delle innovazioni degli ultimi anni riguarda la possibilità delle scuole di gestirsi autonomamente per ampliare l'offerta formativa. Saremo prosaici, ma pensiamo che l'effettiva possibilità di una offerta qualificata dipenda, oltre che dalle capacità di dirigenti e docenti, anche dai fondi messi a loro disposizione.
Le voci più consistenti del finanziamento sono i fondi per l'attuazione dell'Offerta formativa e per le attività complementari. Queste due voci sono diminuite nel biennio del 29,79% e del 28,35%. Da tenere presente che, per effetto delle cattedre portate a 18 ore non vi sono più docenti con ore a disposizione e che quindi le scuole devono anche pagare i docenti che sostituiscono colleghi assenti.
Un 12,79% è stato tagliato anche dai fondi per la formazione.

Meno risorse per l'handicap

Diamo un'occhiata particolare al sostegno all'handicap, uno dei campi che meritano maggiore attenzione da parte della nostra Comunità.
Il Ministero ha pubblicizzato il dato di oltre 4.500 nuovi posti sul sostegno, ma tace sull'aumento di quasi 20.000 alunni certificati.
Di conseguenza per ogni docente di sostegno si è passati da 1,96 alunni a 2,01, mentre alle superiori questo rapporto sale a 2,12.
Questo è l'effetto di un provvedimento della legge finanziaria che fissa un tetto massimo in base al rapporto massimo di 1 sostegno ogni 138 frequentanti, quindi senza nessun legame con le effettive necessità degli alunni diversamente abili. Contro questo provvedimento diversi genitori hanno già presentato ricorso al Pretore, che ha riconosciuto che il sostegno deve essere dato in base al bisogno e non in base a un rapporto numerico.
Un'ulteriore minaccia all'integrazione viene dalla norma che dispone la revisione dei criteri per il riconoscimento dell'alunno come portatore di handicap. Il Ministero ha già in passato affermato che le certificazioni vengono concesse con troppa facilità. Si vuole forse agire alla fonte del problema negando le certificazioni? Inoltre la FISH ha denunciato come una disposizione della Regione Veneto che impedisce agli alunni con disabilità di frequentare corsi di formazione professionale sia stata ripresa da intese fra il Ministero e le Regioni per l'adempimento dell'obbligo formativo.
I fondi per l'integrazione dell'handicap sono diminuiti del 4,65 %. Altri tagli sono stati apportati ai fondi per l'applicazione per la legge 440/97 (-21,55%), mentre sono stati soppressi i finanziamenti per i sussidi didattici e tecnologici, per la formazione del personale non docente, per il Gruppi di lavoro interistituzionali provinciali (GLIP).
In tortale i finanziamenti per l'handicap sono diminuiti del 37%,. Nello stesso periodo il Ministero ha speso tredici milioni e duecentomila Euro in "iniziative finalizzate alla comunicazione del processo di riforma" vale a dire opuscoli allegati ai giornali ed agende regalate agli insegnanti.
Un discorso a parte meritano i fondi per la formazione del personale non di sostegno in funzione dell'handicap. I fondi sono aumentati di cinquecentomila Euro. Ma, da dichiarazioni del Ministero, sembra di capire che questo preluda alla scomparsa del docente di sostegno, con la motivazione che nel futuro tutti docenti saranno formati sull'handicap.
I fondi per l'integrazione degli alunni stranieri, cinque milioni di Euro nel 2001, sono semplicemente scomparsi, e questo a fronte di un aumento del 36% degli stranieri frequentanti.

Meno Internet e meno Inglese

Accenniamo soltanto ad altre cose ampiamente discusse sui giornali.
A fronte di roboanti (e discutibili) promesse elettorali su "Internet, Inglese, Impresa" non sono stati stanziati specifici fondi per l'informatica introdotta obbligatoriamente alle elementari e sono scomparsi i finanziamenti per l'introduzione delle nuove tecnologie. Le Scuole dovranno far fronte all'introduzione dell'informatica con i propri fondi, della cui riduzione abbiamo già parlato.
Esisteva un "Progetto Lingue 2000", ne parliamo al passato perché i fondi relativi non ci sono più e le scuole che hanno aderito la progetto hanno ora difficoltà a terminare i corsi iniziati.

Riccardo Ghinelli


Torna all'indice