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Specchio antico

Specchio antico

Ora vediamo come in uno specchio antico (San Paolo)

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Ho già visto ’sto format!

Un articolo di Edmondo Berselli (Quando la politica diventa un format, La Repubblica 18/9/2008) propone un’interessante chiave  di lettura della politica. In sintesi, il ministro Brunetta, con l’attacco ai fannulloni, avrebbe inaugurato un modello (un format, appunto) per cui si trova una categoria da colpevolizzare ( i fannulloni) in modo da assolvere subito tutti quelli che non vi si riconoscono (cioè tutti). Si passa poi alla lotta ai fannulloni, che darà al suo condottiero onore e gloria. Sempre secondo Berselli il ministro Carfagna ha applicato a sua volta il format, trovando una categoria (le prostitute di strada) su cui scaricare le colpe del degrado urbano.

Secondo me, non è finita qui e il format ha un seguito, una specie di secondo tempo.

***ATTENZIONE !***
Questa pagina presenta alcune segnalazioni che svelano il finale del film !
Non leggerla se pensi di vederlo (il film).

Il secondo tempo cambia format. Rispolvera un copione vecchio, sempre, però, di sicuro successo. Un po’ come gli equivoci basati su una parola ambigua o le scenette baste sulla dabbenaggine di un marito cornuto.

Si tratta di amplificare un pericolo e poi debellarlo. Canovaccio utilissimo, che permette anche di infilare nei rimedi qualche norma che normalmente risulterebbe indigesta, ma che di fronte al pericolo, passa. Per fare un esempio, mettiamo che un politico venga beccato a combinare qualcosa di poco pulito mediante una intercettazione telefonica. Si tratta semplicemente di creare allarme sulla violazione della privacy per poi far approvare norme che non permettono di pubblicizzare le malefatte. Parlo per ipotesi, s’intende.

Cosa succede nel caso della prostituzione? Che ora si inizia a dire che la prostituzione si rifugerà al coperto, e che quindi sarà bene tutelare con una legge i condomìni. La Confedilizia e l’Unione piccoli proprietari edilizi hanno abboccato subito, raccomandando ai condomìni di approvare delibere dove si vieta ai condòmini di praticare la prostituzione e chiedendo una legge apposita.

La cosa ha lati grotteschi, sia su piccola che grande scala. Su piccola scala, mi diverte l’idea che venga proposta la delibera nel mio condominio. Sarebbe utile come vietare l’abigeato, visto che l’età media è di cinquantasette anni, tre mesi e sette giorni (se avete letto il post precedente mi avete già sgamato, ma era solo per rendere l’idea).

Su grande scala la legge dovrebbe essere inutile, perchè esiste la Legge Merlin.

Ma l’allarme è sollevato e prima o poi il divieto per legge di praticare la prostituzione nei condomìni verrà salutato come un intervento giusto e doveroso.

Ma allora si sarà raggiunto lo scopo reale e nascosto: regolamentare la prostituzione legittimando, di fatto, le case chiuse.

Con buona pace di chi si è battuto per la liberazione delle donne schiavizzate.

Che bei numeri!

A volte mi diverto a inventarmi statistiche false.

Lo faccio solo per divertirmi, soprattutto con mia moglie. Visto che inizio sempre la frase con “Secondo una recente statistiaca americana…” lei sa già come va a finire. Così le racconto che il 72,3 per cento dei maschi americani lascia alzata l’assetta del WC e che solo il 13,4 dei mariti carica la lavapiatti. Lei non ci crede, ma va bene così.

Siccome mi piace fare le cose per bene, curo che i numeri siano precisi.

Mi spiego. Secondo le leggi di Murpy un rimborso spese credibile non finisce con zero o cinque. Quindi i numeri credibili sono 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9 e se devi dire una bugia mai dire “venti” o “sessanta“. Meglio “ventidue” o “cinquantotto“. Se poi si aggiunge un decimale si fa anche un figurone. Naturalmente, mai lasciarsi sfuggire un “virgola cinque”.

Bene. Adesso lascio a voi immaginare cosa ho pensato quando Brunetta ha detto che i fanulloni erano calati del 37,1 percento. Oppure quando Berlusconi ha affermato di avere un consenso del 67,7 per cento.

Ah, che bei numeri!

Benvenuto Darwin!

Preceduta di qualche giorno dalla Chiesa Anglicana,  finalmente anche la Chiesa Cattolica comincia a mettere i puntini sulle i a proposito di Darwin.

“Non esiste a priori incompatibilità tra le tesi di Charles Darwin e la Bibbia” ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, l’Arcivescovo Gianfranco Ravasi annunciando un simposio sul tema che si svolgerà in marzo.

La mia speranza è soprattutto che questo messaggio arrivi a tutti, cattolici e non, e che ci sia veramente chiarezza e non, come al solito, un gran polverone alzato dai media.

Tale è stato, ad esempio, il caso del cosiddetto “intelligent design”, la cui storia ha dei lati grotteschi. Tutto è iniziato con uno scienziato che, al cospetto della complessità della coda di un batterio (non sto scherzando), pur non negando l’evoluzione, si è lasciato sfuggire: “questo è troppo complicato non si può spiegare solo con l’evoluzione, deve essere opera di un progetto intelligente”. Poco tempo dopo rinnegava questa sua teoria, dato che qualcuno gli ha spiegato che la Scienza, da tempo, aveva già dato diverse spiegazioni di come possono formarsi meccanismi complessi.

Si dovrebbe obiettare anche che se gli scienziati tirassero in ballo Dio ad ogni cosa che non riescono a spiegare, la Scienza avrebbe da tempo chiuso bottega e noi non avremmo molte delle simpatiche cose che rendono così varia la vita di oggi.

Inoltre, anche se a prima vista questo ridarebbe a Dio un ruolo di primo piano nel Creato, a guardare bene il Creatore in questa teoria ci fa piuttosto la figura del pasticcione. Il meraviglioso Creato, infatti, ad uno studio attento appare un’accozzaglia di pezzi molto ben adattati piuttosto che il progetto di una mente intelligente. Per farla breve mi piacerebbe saper perchè la supposta divinità del “progetto intelligente” si sia data tanto da fare con la coda di un batterio e non ci abbia dato una spina dorsale un po’ milgiore di quella che abbiamo, che sembra il risultato dell’adattamento di un quadrupede alla posizione eretta. Oppure perchè le seppie abbiano un attacco della retina migliore del nostro. L’evoluzione lo spiega, il progetto intelligente no.

Comunque la teoria ha trovato in breve il favore delle sette protestanti fondamentaliste del Sud, che ancora non si sono rassegnate all’idea che ci siamo evoluti. Poichè queste sette fanno parte della base elettorale del Prsidente Bush, il simpatico George W. ha dato pubblicamente segni di simpatia verso queste teorie. La stampa ne ha parlato e la notizia è arrivata anche da noi, propagata da giornalisti che evidentemente non distinguono un Battista da un pescatore di frodo. Dato che da noi in quel periodo una delle strategie di governo era quella di scimmiottare Bush, una delle brillanti mosse del Ministro Moratti è stata quella di togliere l’evoluzione dai programmi delle medie, trovando pure un Bertoncelli, pardon, un Bertagna che le forniva motivazioni pedagogiche.

Ma la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica da tempo non è più contraria alla teoria dell’evoluzione. Quello che non può accettare è il cosiddetto Darwinismo, cioè la pretesa di negare l’esistenza di Dio attraverso l’evoluzione.

Speriamo che il 150° anniversario della nascita di Darwin serva a chiarire gli equivoci.

Anche perchè sono convinto che le teorie di Darwin ci aiutino a scopreire cose bellissime. Anche su Dio.

Vitaccia

Certo che preparare un tuorlo d’uovo marinato per vederlo affogare in un’acqua qualsiasi deve essere proprio dura!

Persone e cose

Tremonti ha detto: “bisogna passare dal tassare le persone al tassare le cose“. frase apparentemente innocua, probabilemente pochi l’hanno capita e quindi nessuno l’ha crirticata.

Ha un ben altro significato per chi ha insegnato elementi economia per molti anni, dedicando una certa attenzione al sistema fiscale. Ho imparato, fra l’altro, che le imposte si dividono in reali e personali, cioè che si possono tassare “le cose”, cioè i singoli elementi del reddito o del patrimonio, oppure “le persone”, ossia i redditi nel loro complesso. Nel secondo caso si possono applicare imposte progressive, che colpiscono in misura maggiore i redditi più alti. Un esempio è l’IRPEF, imposta personale e progressiva.

Passare da imposte personali a reali (da res, cosa in latino) vuol dire attenuare ultriormente l’impatto delle imposte sui redditi più alti e questo non può che andare a scapito dei contribuenti più poveri.

Ma tutto questo nella frasetta di Tremonti non appare e lui la passa liscia.

Ciao mondo!!

Questo è il mio primo articolo. Sono un blogger anch’io!