“Una costante fisica è una grandezza fisica oppure un numero adimensionale che è universale in natura e indipendente dall’istante e dal luogo in cui viene misurata (costante di natura)”.
“Ci sono molte costanti in natura, molte delle quali sono riconducibili a combinazioni della costante di Planck ħ, la costante di gravitazione universale G, la velocità della luce nel vuoto c, la costante dielettrica del vuoto ε0, e la carica elementare e”.
Così Wikipedia sulle costanti fisiche.
A queste se ne dovrebbe aggiungere un’altra: le diciotto ore degli insegnanti, grandezza invariabile, indipendente da come la si misuri.
Qualche esempio.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
C’è pure l’ora di ricevimento settimanale.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Le lezioni dovrai pure prepararle, devi aggiornarti. E poi devi anche tener dietro alle novità che vengono dal Ministero.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Poi ci sono i compiti. Vanno preparati, mica posso ridargli quello dell’anno scorso, che lo hanno comprato da quelli dell’anno prima. E poi se do questo compito alla classe che ho quest’anno, sai che macello. E arrivare a scuola almeno mezz’ora prima per fotocopiarlo e magari c’è la coda. E poi correggerlo. Anzi correggerli e aumentano sempre. Perché magari hai sempre tre classi, ma quando al Ministero alzano il numero degli alunni per classe mica ci pensano che gli alunni che devi seguire piano piano sono passati da sessanta a novanta. Anzi no, visto che a inizio carriera avevi tre classi e adesso ne hai cinque, sono passati da sessanta a centocinquanta.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
E poi ad un certo punto con l’aumento degli alunni non ce la fai più con le verifiche orali e passi ai test. Anche quelli da preparare, fotocopiare, correggere.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
In qualche materia tecnica in quinta si assegna qualche compito di un certo peso, ad esempio un progetto o un bilancio. Che richiede un bell’impegno agli studenti, ma anche agli insegnanti, per entrambe a volte finisce con l’impegnare una o più notti. Anche questi compiti crescono col numero degli studenti, finché un anno con l’assegnazione delle cattedre, ci si ritrova con due quinte da trenta e i lavori raddoppiano.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
E poi ci sono le riunioni: collegio docenti ordinari e straordinari, consigli di classe, riunioni per materie, programmazione, commissioni varie ed eventuali. Infine gli scrutini. Lo sapevate che per gli scrutini non c’è limita di tempo?
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Le riunioni si portano dietro i documenti. Programmi preventivi e consuntivi, programmazione, documento del 15 maggio, relazione sulla classe, relazione sul programma. E poi PEI, POF, PTOF e CPNHPNM (1). Alla fine fare le medie e anche un giudizio per giustificare ogni voto, soprattutto quelli negativi. Dare indicazioni su cosa devono studiare i rimandati (come se non ci fosse il programma). Consegnare i compiti scritti impacchettati ed etichettati. E per ogni riunione un verbale che qualcuno dovrà pur fare.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Per non parlare delle piccole cose: “Passi in segreteria” “Passi dal preside” “C’è una circolare da firmare e da leggere” “Ho bisogno di parlarti per quell’alunno di terza”. E magari fare la fotocopia di un articolo interessante, sentire se il laboratorio è disponibile, concordare col tecnico un’esercitazione, prenotare gli audiovisivi (ma dov’è finita la bidella?).
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Se poi si parla di andare in gita siamo nel surreale. In pratica si è in servizio 24 ore su 24, gratis, con enormi responsabilità e c’è pure caso di rimetterci dei soldi.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Ci sarebbe poi la questione dei tre mesi di ferie, altra costante. I quali, in alcuni casi, vanno dal 10 luglio al 20 agosto. Come questo sia possibile è tuttora oggetto di studio. In ogni caso potrebbe essere un ottimo spunto per una sceneggiatura di Christopher Nolan, autore di film di fantascienza basati sullo sfasamento temporale come “Inception” e “Interstellar”.
(1) Chi Più Ne Ha Più Ne Metta
“Una costante fisica è una grandezza fisica oppure un numero adimensionale che è universale in natura e indipendente dall’istante e dal luogo in cui viene misurata (costante di natura)”.
“Ci sono molte costanti in natura, molte delle quali sono riconducibili a combinazioni della costante di Planck ħ, la costante di gravitazione universale G, la velocità della luce nel vuoto c, la costante dielettrica del vuoto ε0, e la carica elementare e”.
Esami
Così Wikipedia sulle costanti fisiche.
A queste se ne dovrebbe aggiungere un’altra: le diciotto ore degli insegnanti, grandezza invariabile, indipendente da come la si misuri.
Qualche esempio.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
C’è pure l’ora di ricevimento settimanale.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Le lezioni dovrai pure prepararle, devi aggiornarti. E poi devi anche tener dietro alle novità che vengono dal Ministero.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Poi ci sono i compiti. Vanno preparati, mica posso ridargli quello dell’anno scorso, che lo hanno comprato da quelli dell’anno prima. E poi se do questo compito alla classe che ho quest’anno, sai che macello. E arrivare a scuola almeno mezz’ora prima per fotocopiarlo e magari c’è la coda. E poi correggerlo. Anzi correggerli e aumentano sempre. Perché magari hai sempre tre classi, ma quando al Ministero alzano il numero degli alunni per classe mica ci pensano che gli alunni da seguire piano piano sono passati da sessanta a novanta. Anzi no, visto che a inizio carriera avevi tre classi e adesso ne hai cinque, sono passati da sessanta a centocinquanta.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
E poi ad un certo punto con l’aumento degli alunni non ce la fai più con le verifiche orali e passi ai test. Anche quelli da preparare, fotocopiare, correggere.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
In qualche materia tecnica in quinta si assegna qualche compito di un certo peso, ad esempio un progetto o un bilancio. Che richiede un bell’impegno agli studenti, ma anche agli insegnanti, per entrambe a volte finisce con l’impegnare una o più notti. Anche questi compiti crescono col numero degli studenti, finché un anno con l’assegnazione delle cattedre, ci si ritrova con due quinte da trenta e i lavori raddoppiano.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
E poi ci sono le riunioni: collegio docenti ordinari e straordinari, consigli di classe ordinari e straordinari, riunioni per materie, programmazione, commissioni varie ed eventuali. Infine gli scrutini. Lo sapevate che per gli scrutini non c’è limite di tempo?
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Le riunioni si portano dietro i documenti. Programmi preventivi e consuntivi, programmazione, documento del 15 maggio, relazione sulla classe, relazione sul programma. E poi PEI, POF, PTOF e CPNHPNM (1). Alla fine fare le medie e anche un giudizio per giustificare ogni voto, soprattutto quelli negativi. Dare indicazioni su cosa devono studiare i rimandati (come se non ci fosse il programma). Consegnare i compiti scritti impacchettati ed etichettati. E per ogni riunione c’è un verbale che qualcuno dovrà pur fare.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Per non parlare delle piccole cose: “Passi in segreteria” “Passi dal preside” “C’è una circolare da firmare e da leggere” “Ho bisogno di parlarti per quell’alunno di terza”. Fare la fotocopia di un articolo interessante, sentire se il laboratorio è disponibile, concordare col tecnico un’esercitazione, prenotare gli audiovisivi (ma dov’è finita la bidella?).
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Se poi si parla di andare in gita siamo nel surreale. In pratica si è in servizio 24 ore su 24, gratis, con enormi responsabilità e c’è pure caso di rimetterci dei soldi.
Quanto lavora un insegnante? “Diciotto ore”.
Ci sarebbe poi la questione dei tre mesi di ferie, altra costante. I tre mesi, in alcuni casi, vanno dal 10 luglio al 20 agosto. Come questo sia possibile è tuttora oggetto di studio. In ogni caso potrebbe essere un ottimo spunto per una sceneggiatura di Christopher Nolan, autore di film di fantascienza basati sullo sfasamento temporale come “Inception” e “Interstellar”.
(1) Chi Più Ne Ha Più Ne Metta
9 June 2016 | Parole chiave: cinema, insegnanti, lavoro, scuola | Categoria: Attualità, scuola | Scrivi il tuo commento