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Specchio antico

Specchio antico

Ora vediamo come in uno specchio antico (San Paolo)

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Answa

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Answa

Answa

Answa non aveva paura di me. Si agitava e allungava le manine, voleva vedere da vicino il musungo. Aveva adocchiato l’orologio luccicante e ha finito col dargli una leccatina per farsene meglio un’idea.

pastoalgiorno

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Ba John

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Ba John

Ba John

Ba John è uno dei primi membri zambiani della Comunità Papa Giovanni XXIII. Vive nel Compound di Nkwazi e lì anima un centro nutrizionale e un progetto per gli anziani. Molto bravo a cantare, non perde occasione di animare un coro e lo fa anche per ricordare alle mamme i vantaggi dell’allattamento al seno.

Nel centro nutrizionale conduce l’incontro e tiene le registrazioni del peso e del cibo distribuito.

Ci ha promesso che la prossima volta ci accompagna nel villaggio dove è nato.

pastoalgiorno

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La so! /2

20100803-DSC_8767Al centro nutrizionale nel compound di Nkwazi Ba John non si limita a spiegare i vantaggi dell’allattamento al seno, ma poi vuole sapere se le mamme hanno capito. E quindi interroga.

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La so!

Tempo di verifica alla scuola di Ukubalula. Anche questa è una “special unit”. Qualche ragazzo comunque impara in fretta. Anche a rispondere col quaderno sotto il banco.20100727-DSC_8129

Zainetto

Consegna degli zainetti nuovi alla Nkwazi special unit, nel compound omonimo. La “special unit” equivale alle nostre vecchie scuole differenziali. In Zambia ancora non esiste il concetto di integrazione.
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St. Antony

I bambini dell’orfanatrofio di St. Antony a loro modo hanno imparato come funzionano le cose.
Appena aperto il portellone del pulmino erano già pronti per farsi perndere in braccio e dondolare.
Erano così tanti che io e Irene facevamo fare loro l’altalena a due alla volta.

Altalena

Altalena

Colazione da Tina

Colazione nella cucina della Hoky Family House.20100724-DSC_7753

Partita

Qualche foto dall’Africa

Partita

Partita di calcio nella farm di Ukubalula. L’albero in mezzo al campo fa parte del gioco.

Quando spaventavamo i bambini

Compound di Nkwazi

Compound di Nkwazi


Leggendo delle mamme di Sonnino che raccolgono le firme perchè una donna in burqa spaventa i bambini, ci è venuto in mente quando anche noi spaventavamo i bambini.
E’ successo in Zambia, nei compound di Ndola, quando siamo andati a visitare i centri nutrizionali della Comunità Papa Giovanni XXIII. I centri sono gestiti da Zambiani e la presenza nei compound di noi musungo (bianchi) non è una cosa di tutti i giorni, tanto è vero che suscitavamo una grande curiosità e molti bambini ci seguivano e ci segnavano a dito. Alcuni bambini del centro, che erano chiaramente spaventati dal nostro colore sbiadito, si rifugiavano tra le braccia delle mamme. Le quali, invece di raccogliere firme, parlavano dolcemente a i bambini e li tranquillizzavano, invitandoli a toccarci. Cosa che dopo un po’ i bambini facevano e andava a finire che stringevamo centinaia di manine e prendevamo in braccio decine di bambini, contenti di conoscere qualcosa di nuovo.

E l’Africa di mezzo?

20100815-DSC_0727Sono tornato a casa, penso però che per un po’ continuerò a scrivere dei giorni passati in Zambia.

Abbiamo visto molte cose, ma in un mese non si può dire di aver conosciuto l’Africa. Abbiamo visto aspetti molto diversi. Non solo nel safari, ma in molte occasioni abbiamo avuto modo di apprezzare la fantastica natura africana, dai grossi animali alle farfalle che si travesono da foglia, dai grandi alberi fioriti ai suoi fiumi.

Abbiamo visitato i compound, il lato dell’Africa che di solito il turista non vuole conoscere, i grandi agglomerati di baracche che ospitano decine di migliaia di famiglie povere. Nei centri nutrizionali bbiamo visto quello che si può fare per alleviare la povertà e salvare vite umane.

Quello che non abbiamo visto è l’Africa che c’è nel mezzo, quella della gente comune. Come vive quel tassista che prima ci ha chiesto i soldi della corsa e poi li ha usati per mettere ventimila Kwacha di benzina (poco più di tre Euro) nel serbatoio? E quel fotografo che voleva acquistare la mia macchina fotografica perché lavorava ancora con la pellicola e non riusciva a procurarsi una digitale? E il poliziotto che era in coda alla cassa del supermercato col Kalasnikov a tracolla?