Strano il modo in cui a volte l’interruttore della memoria scatta e illumina di una luce diversa i fatti passati.
In questo caso è stata una frase di Nadia Macrì, una escort che racconta i suoi incontri con Berlusconi:
“Per le due prestazioni sessuali con Berlusconi ho avuto 10.000 euro in totale.”
Mi è tornata alla mente un’altra occasione, nella quale il Presidente del consiglio dette dieci milioni a due ragazze e lo fece davanti a tutti e (quasi) nessuno si scandalizzò. Anzi…
Era il 17 gennaio 2003 e “La Repubblica“ scriveva:
“Un impegno personale e un regalo in denaro alle due giovani ex schiave del sesso cha raccontavano le loro tragiche vicende.”
Avete già capito di quale occasione stiamo parlando? Continuiamo:
“Si è concluso così, stamattina, l’incontro privato tra Silvio Berlusconi e don Oreste Benzi, nella residenza del premier a Palazzo Grazioli. Il sacerdote, da anni impegnato nella lotta alla prostituzione, ha chiesto al presidente del Consiglio un impegno preciso: un decreto legge per vietare la consumazione di atti sessuali con le straniere che si prostituiscono (le vere vittime del racket), sia sulla strada sia nei locali. Un provvedimento che renderebbe punibili anche i clienti.”
Che ne dite di quell’episodio adesso? C’è n’è ancora:
“E, per mostrare le drammatiche condizioni di vita delle extracomunitarie ridotte in schiavitù, il prete ha portato al colloquio due donne: una ventenne bulgara e una minorenne albanese, rapite entrambe, all’età di 14 anni, nei rispettivi Paesi.”
A quei tempi Il nostro Presidente aveva il ben studiato vezzo di spingere le persone ad identificarsi con lui con la formula “Anch’io sono stato… ” aggiungendo di volta in volta contadino, operaio ecc… Quando seppi che don Oreste gli aveva fatto incontrare due prostitute mi ero chiesto se avesse detto “Anch’io sono stato prostituta”. Don Oreste ci raccontò che invece disse “Anch’io ho delle figlie della vostra età“.
“Il racconto delle loro esperienze, secondo quanto raccontato da Don Benzi, ha commosso “fino al pianto” Berlusconi, che, al termine dell’incontro, dopo aver ricordato di avere figlie della stessa età, ha donato loro cinque milioni a testa: un gesto che, secondo il sacerdote, si può interpretare come “un segno contro la povertà di queste ragazze” “.
Questa la parte che ricordavo meglio. Andando avanti l’articolo de “La Repubblica” diventa molto più interssante, sette anni dopo.
“Questo sul piano simbolico. Su quello concreto, il premier si è mostrato possibilista sulle proposte di Don Benzi: “Ora me ne occuperò io”, ha assicurato. Ecco perché il sacerdote si è detto ottimista: “Lo Stato – ha ricordato – non può essere connivente con la prostituzione, non può mantenere l’appetito sessuale di dieci milioni di clienti. Berlusconi è rimasto sorpreso di quanto gli ho detto. Non si è pronunciato, ha ascoltato, ma mi ha detto che dopo i 100 provvedimenti di questi primi mesi di governo, comincerà con la prostituzione. Mi ha detto che ne parlerà con i suoi collaboratori”.
E del resto, pochi giorni fa, proprio il capo del governo aveva riaperto il dibattito sulla prostituzione. Intervistato da un quotidiano, si era detto indignato per la presenza di donne poco vestite sulle strade, e aveva anche ipotizzato un’eventuale riapertura delle case chiuse. Dichiarazioni che avevano suscitato forti reazioni, con la solita divisione tra favorevoli e contrari.”
Adesso ricordo che nel leggere queste righe mi ero chiesto cosa ne pensasse della presenza di donne poco vestite nelle sue televisioni.
Non tutti apprezzarono il gesto:
“Adesso, il colloquio con Don Benzi. E il regalo alle giovani donne. Gesto che ha provocato il duro commento di Carla Corso, rappresentante storica delle prostitute, che, ha tuonato: “Berlusconi? Un pigmalione da operetta”. Dopo un giudizio ironico: “Hanno finalmente fatto la più bella marchetta della loro vita”. Indignata anche la parlamentare diessina Livia Turco: “Mi ripugna una esibizione così cinica del denaro di fronte alla disperazione, il cui riscatto non è in alcun modo monetizzabile”
Don Oreste proseguì nella sua lotta anche con una proposta di legge di iniziativa popolare, che non prevedeva certo la riapertura delle case chiuse.
Per perseguire la sua causa don Oreste incontrò molte volte altri politici. Ma non ebbe grossi risultati. In uno di questi colloqui il politico di turno fu molto sincero ed esplicito e don Benzi riportò il suo pensiero nell’ultimo discorso pubblico, alle Settimane sociali di Pisa:
“Un’altra cosa: 100mila donne sono tenute sotto sfruttamento in Italia. Non ascoltate quel che dicono, che sono libere. Vorrei portarvi tutti sulla strada, portare almeno due donne in casa ad ognuno di quelli che sostengono che sono libere. Vergogna! E allora io dico: perché viene mantenuto un massacro, un orrore simile? Non si vuol perdere il voto di 10 milioni di cosiddetti clienti. Mi diceva un pezzo grosso, grossissimo (siccome abbiamo fatto una proposta di legge di iniziativa popolare): chi vuole che glielo approvi, padre? Qual è quel partito che è disposto a perdere anche un solo voto? E io ho detto: siete dei prostituti politici. Date le dimissioni e andatevene. Non potete fare questo, la dissacrazione.”
4 November 2010 | Parole chiave: Berlusconi, case chiuse, Don Oreste, Don Oreste Benzi, governo, postriboli, Prostituzione | Categoria: Attualità, Don Oreste, Politica | Scrivi il tuo commento