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Specchio antico

Specchio antico

Ora vediamo come in uno specchio antico (San Paolo)

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Foto non fatte

Ci avevo pensato già in Zambia, poi ho lasciato perdere. Adesso che gli elenchi vanno di moda, compilo l’elenco delle
Foto che non ho fatto in Zambia

  • Una bambina piccolissima, davanti alla baracca in un compound, che spazzava la strada sterrata con una scopa alta come lei.
  • In un mercato, un negozio di abiti di foggia occidentale, ordinatissimo e pulitissimo, con il padrone elegantissimo e distintissimo seduto fuori. Ma se non dico che il mercato era una baraccopoli di assi e teli di plastica con le strade di terra battuta, voi non capite.
  • L’insegna “Obama’s Pub”.
  • Una donna nella sua chitenga colorata che frigge fette di patate dolci all’angolo di una strada e te le vende avvolte in carta di giornale. Dietro di lei, sulla facciata di un palazzo, una pubblicità di quattro piani mostra il viso di una ragazza con occhiali e tailleur che parla al cellulare.
  • L’insegna “The pub with no name”.
  • Un meccanico che ripara biciclette per la strada.
  • Un poliziotto in fila alla cassa del supermercato. Col Kalashnicov a tracolla.
  • Vecchie bombole di gas per saldature usate come fittoni per delimitare il piazzale di un centro commerciale.
  • I fotografi che per la strada fanno fototessere con un telo appeso alla parete e una Polaroid su un cavalletto (ma dove trovano le pellicole?).
  • Un posto di blocco della Polizia sulla strada per Kitwe. I bidoni sono verniciati a brillanti colori con le pubblicità degli sponsor e così pure la garitta.
  • Un posto di blocco della Polizia sulla strada per il Congo, fatto di vecchi bidoni ammaccati e pali di legno. Una tettoia arrugginita, a guardarla bene, è il tetto di una autobus. Sopra c’è il nome della ditta che l’ha donata, dipinto a grosse pennellate.
  • L’insegna “Affordable coffins” (bare abbordabili).
  • Un telo steso in terra per vendere libri usati. Fra i titoli “The isle of the day before” di Umberto Eco.
  • La gente dei tanti minibus che abbiamo preso, stretti nelle cinque file di sedili.
  • I bambini sull’autobus per Lusaka che ci guardavano curiosi.
  • Certi camion stranissimi, che da noi non si trovano, come quelli con motrice, bilico e poi un altro bilico.
  • La montagna di scorie nere della miniera di Kitwe.
  • L’insegna “Elegant chiks boutique” (Boutique per pollastre eleganti).

Fino qui le foto che non ho potuto fare, perché da soli non è prudente per un bianco scattare per le strade, soprattutto se non si è accompagnati da uno zambiano.
Altre foto che potevo fare e non ho voluto fare, non ve le racconto nemmeno. Vi dico solo una parola: miseria.

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