Il mercato, se vi pare.
Nella sua filippica dove Brunetta invita Bondi a tagliare il fondo unico per lo spettacolo, il ministro se la prede con l’opera lirica, invitando, tra l’altro, glia artisti ad “andare a lavorare”.
Certamente Brunetta non ha mai avuto l’occasione, come ho avuto io, di lavorare (oh!) per un’opera lirica, anche solo come comparsa. Avrebbe visto non solo quanto lavoro (oh!) c’è in un’opera, ma anche quanto questo lavoro sia qualificato.
Invita poi l’opera a confrontarsi col mercato. Cosa che probabilmente condannerebbe l’opera all’oblio. L’opera ha costi enormi, perchè richiede molto la voro (oh!) e una professionalità altissima, non solo dei cantanti e degli orchestrali, ma anche di figure comel’attrezzista, la sarta o i macchinisti.
Il suo spazio sul mercato è ridotto e lo sarebbe ancora di più se gli spettatori dovessero pagare il costo effettivo della messa in scena. Meno rappresentazioni significherebbe dare meno occasioni agli artisti e ai lavoratorri di esercitare la loro professionalità. Senza esercizio la professionalità decade. Alcune strutture, i teatri, ma anche le sartorie, hanno costi fissi altissimi, che riducendo le rappresentazioni, diventerebbero insostenibili.
Se per conservare opere d’arte come i dipinti servono periodici restauri, per l’opera lirica si può solo rappresentarla con continuità. Ci si dimentica che è uno dei pezzi più pregiati del patrimoni artistico italiano?
Salta poi fuori Gasparri, che lamenta la scarsità di scenggiature e film “di destra”. Non vogliamo infierire riportando la folgorante idea che propone per un film “di destra”.
Ci interessa di più la sollecitazione che ha fatto alla Rai a mettere in onda “Il sangue dei vinti”, film che nelle sale non ha certo avuto un gran successo.
Ma, evidentemente, qui il mercato non va ascoltato.
September 16th, 2009 at 08:24
Not sure that this is true:), but thanks for a post.
Rufor