Ukubalula
Ukubalula (sbocciare) è una piccola farm che produce ortaggi per la casa e per il mercato. Contemporaneamente ospita una classe definita “special unit” riservata ai ragazzi disabili. In Zambia il concetto di integrazione non esiste e comunque ci dicono che le classi ospitano dai quaranta ai sessanta alunni e quindi l’integrazione sul modello italiano non sarebbe possibile.
Nella farm si coltivano ortaggi e si allevano maiali, oche e capre. I ragazzi hanno una divisa con maglia e calzoni blu e una camicia a quadri. Seguono lezioni di agricoltura e lavorano nei campi. Al loro arrivo fanno colazione e prima di partire si pranza insieme. Prima di pranzo c’è la doccia.
Al venerdì si pulisce l’aula e si lava il pulmino. Durante la nostra visita hanno fatto festa coi “caschi bianchi” (volontari) prima che la scuola chiuda per un mese. Un dolce in più, poi un’accanita partita di pallone, in un campo in lieve discesa con molte buche e un albero nel mezzo. È anche il compleanno di Charity, la cuoca, e i caschi bianchi le portano in regalo un elegante abito con motivi azzurri, che non tarda ad indossare.
Assistiamo a una lezione. La maestra fa un ripasso di agricoltura. Con molto divertimento assistiamo a una lezione sul suolo e sulla sua composizione, cose che abbiamo insegnato per vent’anni. La maestra è veramente brava e sa tenere desta l’attenzione. Ad un certo punto mi trovo coinvolto in una dimostrazione della diversa permeabilità dei suoli: versare contemporaneamente la stessa quantità di acqua in tre recipienti contenenti sabbia, limo e argilla. A due recipienti ci pensano lei e un altro maestro, per il terzo chiamano me.
Anche in pensione posso ancora fare qualcosa per la scuola.