Cifre vere, bugie… anche
Parte un allarma in rete: «Ehi, questi dati sono falsi». Si riferisce alla tabella a pag. 49 del documento “La buona scuola” del Governo Renzi. In effetti, a prima vista, quei quasi cinquantaquattromila Euro per un docente a fine carriera non sembrano nemmeno parenti dei circa trentunmila che risultano dal CUD e men che mai dei ventitremila e rotti che finiscono in busta paga.
Dopo poco qualcuno chiarisce «Guardate che quelli sono il “lordo Stato”», come in effetti recita una scritta a bordo pagina.
E qui scatta il paradosso di cifre formalmente esatte, ma sostanzialmente bugiarde.
Perché il “lordo Stato” comprende anche l’Irpef e l’intero ammontare dei contributi previdenziali (nel CUD i contributi non figurano). Ma, mentre per imprenditore un privato il lordo corrisponde alla somma che esce dalle sue tasche, per lo Stato questa è un cifra virtuale. Le imposte vengono infatti pagate dallo Stato… allo Stato e i contributi dallo Stato all’Inps. Semplicemente cambiano tasca. Il cosiddetto “lordo Stato” non corrisponde, dunque, né alla retribuzione del lavoratore, né al costo che lo Stato sostiene per un insegnante.
Qual’è quindi lo scopo di questa presunta informazione? A me viene in mente solo quello di dare una falsa impressione delle retribuzioni dei docenti.
Cominciamo bene, per un Governo che promette il dialogo.